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DAL COLLE DI CORTONA,
UN SALUTO DI FRATERNITÀ E DI AMICIZIA!
La metà del mese di marzo ci trova a percorso quaresimale già iniziato.
Anche le notizie che condividiamo ne sono, in qualche modo, segnate.
La Quaresima è il tempo della ‘radiosa tristezza’, come la chiamano i fratelli ortodossi. Che espressione bella ed efficace!
“Siamo tristi perché coscienti d’essere lontani dalla santità alla quale siamo chiamati (Mt 5,48). Ma, allo stesso tempo, la nostra tristezza è illuminata dalla coscienza dell’amore di Dio, ‘unico amico degli uomini’. La nostra tristezza è radiosa perché è illuminata dalla luce della Resurrezione di Cristo, segno della nostra futura entrata con Lui nel Regno del Padre”.
A tutti, a ciascuno, buona Quaresima!
Camminare insieme nella speranza
Il 5 marzo, con l’imposizione delle ceneri, abbiamo iniziato il cammino di Quaresima che ci condurrà con il cuore rinnovato alla gioia della Pasqua.
La celebrazione liturgica ci ha invitati a guardarci dentro e a vivere questo tempo favorevole offertoci dalla Chiesa per ritornare al Signore che sempre ci aspetta e ci accoglie.
Per percorrere questa strada con serenità e senza stancarci ci sono state date alcune indicazioni:
lasciare con il digiuno tutto ciò che è superfluo e ci appesantisce affinché il nostro zaino sia leggero;
purificare con la preghiera il nostro sguardo, per osservare la realtà che ci circonda e vedere con occhi nuovi la via che percorriamo e quanti fratelli e sorelle la stanno esplorando insieme a noi;
condividere con essi quello che abbiamo e siamo, affinché una volta giunti alla metà non corriamo il rischio di trovare degli spazi vuoti lasciati dai fratelli che non abbiamo aiutato.
Non lasciamoci allontanare da questa via da impegni e preoccupazioni! Iniziamo a percorrerla sapendo che, insieme, il cammino è meno faticoso. Passo dopo passo, scopriremo che la speranza abita fin d’ora nei nostri cuori; al termine ne vedremo il frutto.
Come una fioritura
Gesù portò i suoi tre amici sul Monte Tabor per immergerli nella sua gloria prima dell’inizio della sua Passione, e così è iniziata la nostra Quaresima: con un’immersione nella luce, la luce di una primavera inaspettata, tutta da respirare, ammirare, godere.
Poi sono venuti giorni di pioggia, proprio come quando nel cammino quaresimale, forti del calore e della luce immagazzinati prima, nell’incontro sfolgorante con Dio, si può affrontare il riconoscimento dei propri peccati, si può ammettere, chiamandolo per nome, tutto il male di cui siamo capaci perché… certi di essere perdonati e trasformati: dall’Amore a cui ci si abbandona con piena e rinnovata fiducia.
Il nostro splendido mandorlo fiorito ci ‘parla’ proprio dell’abbraccio rigenerante del Padre, i profumati cuscinetti di viole mammole sussurrano al nostro cuore l’invito ad una lieta e vera umiltà; i piccoli, azzurrissimi ‘orecchini della Madonna’ (come vengono chiamati questi semplicissimi fiorellini in quel di Bergamo), ricordavano il Cielo già presente sulla terra, quando si spalancano le porte all’azione dello Spirito Santo.
Buona Primavera dello Spirito, felice ‘fioritura’ a voi, carissimi amici e parenti, a chi ci legge per la prima volta, a noi, a tutti!!!
Un’intervista
Un giorno, verso la metà di febbraio, ha telefonato un giornalista RAI, che cura i testi della rubrica “Le ragioni della speranza” per il programma televisivo “A sua immagine”, e ci ha domandato se eravamo disponibili a essere intervistate. La madre ci ha riportato la richiesta aprendo un confronto e un discernimento comune: “Che cosa rispondiamo?”. Con la volontà di compiere un’eccezione nella grazia di questo VIII centenario della nostra presenza a Cortona, la decisione maturata è stata quella di cogliere l’occasione come opportunità per rendere grazie al Signore per la sua secolare fedeltà anche in questa modalità.
A quel punto, altra domanda: “Chi vuole, chi se la sente di essere intervistata?”. Volontaria nessuna, dunque la madre ha chiesto personalmente la disponibilità… e questo servizio è toccato a me.
Devo dire che è stata una bella e arricchente esperienza. Ho conosciuto il caro fra Luciano Lotti ofmcap; ho incontrato i membri della troupe televisiva che mi hanno comunicato amore per la Chiesa, stima per la vita religiosa e attrazione per la spiritualità francescana; ho cercato, data la brevità dell’intervista, di fare una “sintesi della sintesi” della nostra vita, cosa quanto mai utile e preziosa per comprendere come l’Essenziale sia ciò che è più importante condividere.
A Nicea: 1700 anni fa
In questo anno, ricco di tante ricorrenze, ricordiamo anche i 1700 anni dal Concilio di Nicea, a cui dobbiamo la definizione della nostra fede espressa nel Credo che ogni domenica proclamiamo durante la Messa. Molte le iniziative per riscoprirlo e conoscerlo meglio, fra cui un corso online offerto dalla Pontificia Università Antonianum. Ogni lezione apre a una scoperta nuova e ci aiuta a capire meglio l’importanza di questo Concilio non solo nella storia, ma anche per il presente della nostra fede. Il contesto storico ci ha aiutato a comprendere le tensioni interne alla Chiesa causate dall’eresia ariana e come si è arrivati alle definizioni sintetiche e dense del Credo.
Il grande travaglio di pensiero e di relazioni, l’intreccio con motivazioni estremamente umane (interessante il ruolo dell’imperatore Costantino nell’indire il Concilio) ci ricorda come il Signore porta avanti la nostra storia a partire dalla concretezza di quello che siamo, limiti e “deviazioni” compresi: a Nicea si è arrivati a chiarimenti importanti proprio grazie ai problemi che l’eresia presentava.
Tutto questo diventa per noi un incoraggiamento nel cammino, confidando nelle parole di Gesù: “Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che vi ho detto”. Oggi come allora.
Un mondo si riapre
Una visita inaspettata in parlatorio e un mondo si riapre davanti ai miei occhi. Di fronte a me un uomo ormai adulto; sul suo volto i segni naturali del tempo. Mentre parliamo cerco di ritrovare, nei suoi tratti, quel bambino moro dai capelli folti che cinquant’anni fa, in parrocchia, si preparava alla prima comunione. I suoi ricordi risvegliano i miei: è come tornare a sfogliare le pagine di un libro chiuso e riposto nello scaffale del cuore. Le scelte che ho fatto mi hanno portato altrove e da allora ho lasciato dietro le spalle molte cose che però fanno parte di me. L’incontro fa riaffiorare volti e situazioni, suscita stupore ed emozione… La vita riesce sempre a sorprendermi: ogni piccola e apparentemente insignificante storia appartiene a Dio e tutto quello che lasciamo nel suo nome ci viene pian piano restituito. Nello scorrere dei giorni, senza esserne consapevoli, gettiamo semi là dove siamo: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa” (Mc 4,26-27). Anche se un po’ distratti, tutti noi spargiamo semi senza saperlo. Nelle mani del Padre tutto fruttifica con continuità. Per il momento non ci è dato di vederlo pienamente, ma ogni seme porta in sé il germe della vita eterna.
Infinita misericordia
Qualche giorno fa, lessi un articolo che, ancora una volta, mi fa riflettere sull’infinita misericordia che Dio ha per noi, sue creature. Vi si raccontava la storia di un uomo, trafficante internazionale di droga, che ha cambiato vita dopo aver visto, in carcere, gli sguardi allucinati di giovani tossicodipendenti e il loro strazio durante le crisi di astinenza.
Davvero l’amore di Dio sa come raggiungere ogni persona, come abbracciare ciascuno. Il Signore continua a cercare, a chiamare tutti, anche chi si trova in carcere, anche chi è stato condannato a morte…
Conoscendo, almeno un po’!, la generosità di Dio e sapendo che a lui nulla è impossibile, mi nasce nel cuore la speranza e una preghiera: che lui tocchi il cuore di tanti altri perché, riconosciuto il male commesso, inizino con il suo aiuto una vita nuova. Tutto a lode e gloria di Dio!
Nell’ambito di un programma di formazione diocesano rivolto a… tutti, con la preghiera come ‘focus’ di ciascun incontro, l’11 marzo si sono radunate nella nostra chiesa persone provenienti dalle diverse parti di questa zona pastorale. Abbiamo vissuto un’ora e mezzo di ascolto e condivisione, che ha coinvolto anche noi sorelle, sollecitandoci a rinnovare l’impegno e ad alimentare il desiderio perché il nostro pregare sia sempre più espressione della preghiera incessante Spirito Santo in noi.
Chi volesse avere un’idea del contenuto dell’incontro, può dare un’occhiata qui.
Se con lui patirai, con lui regnerai,
soffrendo con lui, con lui godrai.
Santa Chiara
Nel ricordo orante reciproco,
procediamo insieme dietro a Gesù
verso la nostra Gerusalemme!
Buon cammino di Quaresima!
Le vostre sorelle clarisse