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DAL COLLE DI CORTONA,
UN SALUTO DI FRATERNITÀ E DI AMICIZIA!
Settembre, il mese dell’uva, richiama alla memoria le parole di Paracelso apposto da Fromm in apertura de «L’arte di amare»:
Chiunque crede che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell’uva.
Gli acini maturano lentamente, ma con costanza.
I giorni, col loro corso più o meno rapido, più o meno lento, offrono opportunità per far maturare quella creatura nuova che, già viva in noi,
è ancora in gestazione e lo sarà fino al momento del ‘grande parto’ alla Vita che non ha mai fine.
Queste opportunità quotidiane, alcune almeno, ancora una volta le condividiamo con ciascuno e ciascuna di voi.
Che dono la vita!
“Che dono la vita! Quanta bellezza… Un paniere di frutti maturi… una passeggiata nel verde… un cielo stellato”. Sono le parole che ricevo da un amico alla morte prematura di sua moglie.
Mi viene da associarle subito al Cantico che Francesco compose al termine del suo passaggio su questa terra: “Laudato sii, mi Signore, con tutte le tue creature…”.
Di fronte ad avvenimenti che determinano una brusca, inimmaginabile svolta nel cammino, possiamo prendere la vita tra le mani e stringerla per cantare la nostra lode personale. E comunque essa sia stata, qualsiasi siano state le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, ne usciranno frutti maturi… e prati verdi … e cieli stellati.
Grazie caro amico, dei tuoi occhi di bambino che sanno sostare su quel cesto per scoprire frutti maturi, passati attraverso le stagioni della vita, e cantare il tuo cantico di lode.
Curare il giardino
Da probanda, uno dei servizi che subito iniziai a vivere fu quello della cura del giardino, partendo da un lavoro che io – che arrivavo da un contesto cittadino e che avevo abitato in una palazzina non provvista di uno spazio verde, ma solo di cemento e asfalto – non conoscevo: tagliare l’erba. Fu “amore” a prima vista! Mi accorsi immediatamente di quanto mi piacesse e di quanto mi facesse bene. Il dono di lavorare all’aperto a contatto con la natura e con le variazioni del meteo lodando Iddio per “aere, nubilo, sereno et omne tempo”; accorgersi che prendersi cura del creato aiuta a riconoscersi figli dello stesso Padre, Creatore e amante di tutte le cose che esistono; il profumo dell’erba appena tagliata, che mi ricordava i campi che solcavo con i tacchetti rincorrendo un pallone insieme alle mie compagne di squadra; la sapienza di vita che la natura, con i suoi ritmi e i suoi tempi, sa comunicare; incontrare lo sguardo benevolo e felice dei miei nonni materni, sapienti contadini, profondi conoscitori della terra e dei suoi segreti; uno spazio verde ordinato, pulito, curato che aiuta a intravvedere ciò che è bello e Colui che è Bellezza… quanti doni si ricevono da un umile e semplice servizio!
Il servizio con la designazione inesistente
Un po’ di tempo fa ho parlato con una sorella delle nostre classifiche dei servizi in comunità. Un servizio che ho attribuito alla categoria “mi piace” è l’asciugo.
L’esclamazione di una sorella: “Ma non insegnare a Dorotea un italiano sbagliato!!”, mi ha informato, lo scorso inverno, sull’inesistenza di questa parola come sostantivo. Però era troppo tardi. Siccome la comunità aveva deciso nella notte dei tempi di chiamare questo servizio asciugo, chiamo anch’io così quello di asciugare tutto ciò che è servito per cucinare e mangiare.
Questo servizio fa parte del “mi piace” perché è un gioco. Soprattutto le posate sono divertenti perché è una sfida per il cervello farlo velocemente – bisogna dividerle in: forchette 1) per noi, 2) per la cucina, 3) per gli ospiti, 4) senza nickel, uguale per i cucchiai e coltelli. E alla fine bisogna riportarli tutti nel loro posto, il che è come giocare a nascondino.
Insomma, è un piccolo servizio utile che rallegra lo spirito.
Il Breviario
Al momento della Professione religiosa, il Vescovo mi consegnò tra le mani il Breviario, il libro per la Liturgia delle Ore, preghiera di Cristo e della Chiesa, con la quale ogni giorno lodo e invoco il Signore. Quanta gioia infonde nello spirito questa preghiera! La mia voce e la voce di Cristo divengono una voce sola. Il mio pregare, infatti, è un’azione non individuale e isolata, ma compiuta insieme al Corpo di Cristo, a tutta l’umanità. Con le parole dei Salmi, specialmente, manifestiamo a Dio tutti i sentimenti e gli stati d’animo della nostra umanità. Ci sono Salmi che elevano il mio spirito quando desiderio ringraziare il Signore per i suoi doni e per il suo aiuto. Altre parole bellissime mi vengono incontro per lodare il Signore per la sua grandezza e la sua bontà. Non sempre, però, si può essere sereni e gioiosi: ecco, allora, il Salmo che mi dà le parole giuste per vivere confidando sempre nel Signore. E quando il dolore bussa alla porta nel mio cuore, di nuovo il Salmo mi aiuta a dire: “Signore, sono davanti a te come terra riarsa”, “Tu sei il mio aiuto”, “Mio Dio, in te confido”.
Il Breviario è veramente una miniera di luce! Vi trovo la Sacra Scrittura che mi indica la via da seguire spiritualmente, vi trovo il consiglio di tanti Santi che mi spronano a vivere bene. Lode e gloria a te, Signore, per questo dono.
Vescovi
Da bambina, “vescovo” voleva dire una persona importante, ma anche tanto lontana… Il “mio”, per giunta, aveva un nome astruso che mi faceva uno strano effetto quando, durante la Messa, era pronunciato dopo quello, assai più semplice, dell’allora papa Paolo.
Da quando vivo in questa Diocesi, vari vescovi si sono succeduti e li ho incontrati tutti, ma… uno per volta, o due al massimo quando il vescovo emerito Italo, residente a Cortona, partecipa a una celebrazione solenne qui da noi. Incontrarne sette in una sola volta, beh, questo MAI! E invece… “mai dire mai”: il 2 settembre abbiamo celebrato i Vespri con ben sette vescovi e dopo ci siamo pure intrattenute un po’ insieme. Le poche parole scambiate sono state sufficienti perché ora li custodiamo nella preghiera con un nome, un volto, una Chiesa locale unita a loro. L’amicizia intrecciata al tempo del corso per i nuovi vescovi e la scelta di consolidarla con qualche giorno di condivisione fraterna ogni anno li hanno portati alle Celle. Il nostro vescovo Andrea – uno dei sette – non ha mancato di far conoscere ai suoi fratelli vescovi alcune “pietre vive” di Cortona, tra le quali anche noi. È stato davvero bello.
17 settembre: impressione delle stimmate di san Francesco
Pensando al mese di settembre, subito mi viene in mente la festa delle stimmate di san Francesco, il profumo della Verna, con il suo bosco e le sue rocce imponenti. Prima di entrare in monastero, salire alla Verna nel pomeriggio del 16 per vivere la veglia che prepara la festa era un’occasione per immergersi in quel clima ed entrare un po’ nell’esperienza di Francesco, aiutati da chi ci offriva la sua riflessione sulle stimmate avvicinandole alla nostra vita. Un’esperienza fatta di cose semplici, eppure che lascia il segno, come la goccia che cadendo scava la roccia e la modella, anno dopo anno… E poi viverla oggi in monastero, sentendo gli echi della sofferenza del mondo, quella grande e nota a tutti come quella più segreta…
L’esperienza delle stimmate fu per Francesco un trovarsi avvolto nel mistero di dolore e amore del Crocifisso. Immerso e sommerso da questo amore, vide trasformarsi il suo sguardo sulla realtà, imparò a guardare l’amarezza e il dolore che aveva dentro con gli occhi del Signore; in questo cambio di sguardo, amarezza e dolore si trasformarono in dolcezza e Francesco divenne un uomo pacificato. È come un gioco di specchi, che coinvolge anche noi: Francesco si è specchiato nella sofferenza di Cristo, si è lasciato scaldare dal suo amore estremo e sofferto per noi e in Cristo-Specchio ha visto, letto, compreso la sua vita in maniera nuova; così anche noi possiamo specchiarci in Francesco e di conseguenza in Cristo, scoprendo che non sono estranei al nostro dolore, anzi, possono aiutarci a viverlo in modo nuovo!
E poiché Egli è splendore della gloria, candore della luce eterna e specchio senza macchia,
guarda ogni giorno questo specchio, o regina sposa di Gesù Cristo,
e in esso scruta continuamente il tuo volto.
Santa Chiara
Continuiamo a camminare sulle orme del Signore,
con il cuore tenacemente aperto
ad accogliere lo strazio di interi popoli
e i semi di bene gettati da molti
nei solchi scavati da tanto dolore.
Le vostre sorelle clarisse