Nel Tempio santo
Simeone portava il bambino cantando:
«Sei venuto, o Compassionevole,
hai avuto pietà di questo vegliardo,
alle mie ossa tu hai concesso
di trovare la pace nello Sheol.
Dalle tue mani io sarò elevato
fino al cielo dalla mia tomba».
Anna abbracciò il bimbo
e pose la sua bocca sulle sue labbra
e lo Spirito riposò su di esse,
e come Isaia, la cui bocca fu muta
finché un carbone infuocato
non si accostò alle sue labbra
e gli sciolse la lingua,
anche Anna ardeva per lo Spirito
uscito dalla bocca del Cristo.
E anche lei si mise a cantare:
«Figlio regale e sprezzato,
mentre tu taci comprendi,
nascosto tu vedi,
tenuto all’oscuro tu sai,
Dio-uomo, sia gloria al tuo Nome».
(Efrem il Siro, Inni)